PERUGIA – Prima l’agguato dei filo-castristi, che l’hanno accolta in sala con urla, striscioni, insulti; poi le continue interruzioni durante il dibattito, sempre da parte di esponenti di estrema sinistra, con spinte e grida. Attimi di grande tensione per la prima apparizione in Italia di Yoani Sanchez, la blogger anti-regime cubano, che ha chiuso a Perugia la VII edizione del festival del giornalismo. Polizia dentro la splendida sala dei Notari e tensione alle stelle, fino alla fine del dibattito, moderato dal direttore de La Stampa Mario Calabresi. Tutto ha avuto inizio poco dopo le 21.30, quando la Sanchez ha preso la parola: dalla platea si sono alzati a sorpresa circa trenta filo-castristi, che hanno mostrato uno striscione con cui chiedevano «giustizia per i cubani sequestrati in Usa».
Il gruppo si è avvicinato in modo veemente alla blogger lanciandole addosso dollari finti e urlandole: «Sei pagata dalla Cia». In quel momento non c’era polizia in sala. Per circa dieci minuti il manipolo di contestatori ha occupato il palco: sono volate spinta e insulti con alcuni degli organizzatori della manifestazione e con altri spettatori. Impassibile la Sanchez, che è rimasta seduta al suo posto senza parlare, protetta da alcuni uomini della sicurezza interna. La dissidente, anzi, dopo che i contestatori hanno lasciato la sala, ha voluto ugualmente iniziare l’incontro. «In patria sono insultata, ma là non posso rispondere», ha detto. Forte concitazione però anche durante il dibattito: decine di persone hanno voluto prendere la parola, attaccando duramente la blogger. E ancora violenti alterchi tra contestatori e organizzatori, che cercavano di difendere la Sanchez. E di permetterle di parlare. Una vera gazzarra, placata solo dall’intervento di decine di poliziotti. La blogger è uscita scortata.
 

Redazione Online corriere.it  (ha collaborato Giovanni Viafora)

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