BAHREIN – Mentre si accendono i riflettori sul Bahrein con l’avvicinarsi del Gran premio di Formula 1, Amnesty International ha messo in guardia sull’alto rischio che le tattiche repressive dello scorso anno – quando un manifestante venne ucciso dalle forze di sicurezza – vengano replicate e persino inasprite.
Al culmine di una settimana di manifestazioni, si prevede che l’intensità delle proteste raggiunga quella del Gran premio del 2012. Nelle ultime due settimane vi sono stati scontri tra manifestanti e forze di sicurezza e gli attivisti per i diritti umani hanno segnalato decine di arresti.
«I due anni trascorsi in Bahrein dall’inizio della rivolta sono stati un continuo di uccisioni, arresti arbitrari e denunce di torture. Le autorita’ stanno cercando di usare il Gran premio come cassa di risonanza per mostrare i passi avanti e rivendicare il miglioramento della situazione dei diritti umani, mentre intensificano la repressione affinche’ niente disturbi l’immagine pubblica» – ha affermato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
Secondo gli attivisti locali per i diritti umani, da quando due settimane fa sono cominciate le proteste agenti delle forze di sicurezza in borghese hanno eseguito almeno 50 arresti. Uno degli arrestati, Hussain Abdul Amir e’ stato prelevato dalla sua casa di Dar Kulaib nella notte tra il 2 e il 3 aprile. Solo nove giorni dopo, il 12 aprile, la sua famiglia ha appreso che e’ detenuto nella prigione di Dry Dock.

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