goletta_notrivelleROMA – Sono più di 65mila i chilometri quadrati ipotecati per prospezione, ricerca e estrazione di greggio. Un rischio enorme per l’ambiente e l’economia del sistema marino costiero in nome di una presunta indipendenza energetica, contro la volontà di Regioni ed enti locali delle cui richieste il governo uscente non sembra voler tenere conto. Anche la nuova Strategia energetica nazionale accentra ancora di più il ruolo dell’esecutivo lasciando alle Regioni e agli enti locali solo una parte marginale e non vincolante per il rilascio di concessioni. Mentre la richiesta delle Regioni è chiara: avere un ruolo di primo piano nella valutazione e nel rilascio dei permessi di ricerca e estrazione di petrolio, non solo sul territorio di competenza ma anche nel mare italiano. La questione è stata al centro della Conferenza Stato Regioni di oggi e già lo scorso autunno era stata oggetto della Conferenza internazionale delle regioni adriatiche e ioniche che si è tenuta a Venezia.
LEGAMBIENTE – «Si fa di tutto per favorire la corsa all’oro nero delle compagnie petrolifere che continua senza sosta – commenta il vice presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Il governo uscente sta cedendo migliaia di kmq di mare alle compagnie petrolifere, in nome di una presunta indipendenza energetica che durerebbe appena 7 settimane, stando ai consumi attuali e alla stima delle riserve accertate sotto il mare italiano. La forte accelerazione delle richieste per la ricerca e l’estrazione di petrolio nel mare italiano ci preoccupa molto – prosegue Ciafani – soprattutto se associata agli ultimi atti normativi, che annullano i vincoli per la tutela delle aree marine di pregio e per le coste. Questa deriva petrolifera deve essere assolutamente fermata, a partire dall’abrogazione dell’articolo 35 del decreto sviluppo e delle altre norme pro trivelle. Confidiamo in una forte azione congiunta di Regioni e Enti locali per assicurarsi un ruolo determinante in scelte così importanti per il loro futuro». Ad oggi sono attive nel mare italiano oltre 34 richieste di ricerca per oltre 16251 kmq, 3 istanze di prospezione per un’area di 45mila kmq che comprende praticamente tutto l’adriatico, 13 permessi di ricerca già rilasciati per 5469 kmq e 8 istanze di concessione per altri 732 kmq.

di Mirella D’Ambrosio

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