PALERMO – Un gemellaggio tra la città di Palermo e quella di Reggio Emilia finalizzato allo scambio delle buone prassi per favorire la coesione e il dialogo interculturale tra i giovani attraverso l’arte, il dialogo e l’intercultura. È l’obiettivo del progetto Agire Por 2007/2013 favorito dall’azione di affiancamento di Federculture. Nello specifico, l’assessorato alle politiche giovanili di Palermo conoscerà l’esperienza di Reggio Emilia nell’ambito delle capacità di gestione dei servizi rivolti ai giovani per il superamento dei gap sociali e l’offerta di opportunità per i ragazzi attraverso la produzione di nuovi percorsi di educazione alla cittadinanza. La città di Palermo adatterà le buone prassi emiliane alle esigenze e problematiche del territorio. In particolare il gemellaggio si articolerà in una serie di seminari, affiancamenti e incontri finalizzati a trasferire il know-how di Reggio Emilia agli operatori di Palermo nel miglioramento dei servizi rivolti ai giovani.
GLI AMBITI. All’interno del progetto verranno coinvolti, dirigenti e funzionari di settore, assistenti sociali, amministratori, esperti di settore, consulenti esterni e associazioni del privato sociale. Gli ambiti di intervento del gemellaggio sono tre: promuovere il senso di appartenenza, favorire la riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei cittadini e sostenere ed incentivare la partecipazione ed il protagonismo dei cittadini mettendo in rete le risorse presenti sul territorio. Le attività nel complesso saranno 13 per un totale di 28 giornate; i lavori inizieranno a partire da oggi e si concluderanno nel dicembre prossimo. La città di Reggio Emilia è riconosciuta come modello d’eccellenza in tutta Europa, in particolare per gli interventi socio-educativi destinati all’inclusione sociale, con particolare riferimento alle comunità di giovani stranieri e non.
IL SINDACO. «Stiamo mettendo in sicurezza progetti di valori, di vita e di persone in una chiave globale – dice il sindaco Leoluca Orlando -. La nostra città è un mosaico in cui abbiamo una varietà di cocci che devono essere valorizzati e messi assieme per formare un quadro e una cornice che non sia più la mafia. Il senso di questa iniziativa è quella di prendere atto che siamo un mosaico che deve preservare e dare le ali a tutte le sue identità culturali e proprio per questo dovrà attingere anche ai modelli amministrativi di altre città».

di Francesco Gravetti

 

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