artigianato_etiopeNAPOLI. Esperti e studiosi a confronto in occasione del XIV Forum nazionale del sostegno a distanza, per la prima volta nel capoluogo campano. L’ iniziativa, tenutasi al Maschio Angioino, è stata promossa dal ForumSad con Elsad (Enti locali per il sostegno a distanza) in collaborazione con la provincia di Napoli e il ministero per le Politiche sociali e con il patrocinio del comune partenopeo.

I DATI. Nel 2012 sono state circa 1,5 milioni le persone “solidali” nel nostro Paese, con un decremento del 20% rispetto all’ anno precedente. Attraverso il sostegno a distanza, queste persone destinano ai più bisognosi circa 350 euro all’anno; arrivando complessivamente a una cifra annua di 500 milioni di donazioni private. I paesi in cui vengono devoluti più soldi sono: Africa (42%), Asia (24%), America Latina (21%). Il 95% dei soggetti che decidono di ricorrere a questo strumento – in cui rientrano varie forme di sostegno e la stessa adozione a distanza – sono rappresentati da privati, ma è in crescita il numero di scuole, gruppi, associazioni, aziende, istituzioni sensibili al tema. In prevalenza gli aiuti arrivano dalle regioni del Nord, in particolare dalla Lombardia e Lazio, meno dal Sud.
STRUMENTO STRATEGICO. «Il sostegno a distanza – ha spiegato Vincenzo Curatola, presidente del ForumSad- è uno strumento strategico per la cooperazione tra i popoli poco diffuso, soprattutto al Sud, e non riconosciuto dalla legge nazionale che risale a 30 anni fa. Dopo avere lanciato un appello in campagna elettorale, cui hanno aderito tantissime organizzazioni, oggi siamo qui anche per chiedere al nuovo governo di rivedere la legge sulla cooperazione internazionale». Tra gli obiettivi della manifestazione, quello di invitare tutte le organizzazioni sociali a mettersi in rete e formarsi allo scopo di incoraggiare il sostegno internazionale. A tal proposito costituisce grande importanza il progetto co-finanziato dalla Fondazione con il Sud “Rete per il sostegno a distanza” che partirà a breve in Campania, Basilicata e Sardegna per favorire la conoscenza e la messa in rete delle buone pratiche, investendo nella formazione e nel coinvolgimento delle associazioni e delle comunità immigrate che insistono sul territorio. «Puntiamo a creare una banca dati – conclude Curatola – cui possa fare riferimento lo stesso cittadino per sapere come fare, con un piccolissimo gesto, a dare il suo contributo. 30 euro al mese sono pochi per una famiglia italiana, ma possono far tanto per un bambino africano, soprattutto se questo contributo è costante nel tempo».
PRATICHE DI COOPERAZIONE. Presente anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris: «La cooperazione ha un grande valore, ci dice che si può intendere in modo diverso l’economia sociale e che qualcosa di buono può essere fatto anche con poche risorse. Napoli è una città con tante diversità, e quelle diversità ci arricchiscono. Come segnale positivo di accoglienza nei confronti degli immigrati, la nostra città ha varato, in attesa della legge nazionale, la carta di cittadinanza e ha dato la cittadinanza ai figli dei migranti presenti da noi».
di Sabrina Rufolo e Nico Falco
(video di Nico Falco)

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