rifugiatiNAPOLI – Vite in bilico, ancora una volta, ai piedi del Vesuvio. Come quelle di Lima, originaria del Bangladesh, lavoratrice in Libia prima di arrivare in Italia, via mare, durante l’emergenza Nord Africa dopo le primavere arabe. Ventiquattro anni e un lavoro come infermiera, ora è qui, a Napoli, in un albergo che deve lasciare. L’emergenza è finita, il 28 febbraio è scaduta l’ultima proroga del governo in seguito al considerevole numero di migranti giunti dal Nord Africa, in fuga dalla guerra in Libia, nel periodo fra il marzo ed il settembre 2011. Ora Lima, come gli altri tredicimila ragazzi sparsi sul territorio italiano, deve ricominciare  con il titolo di viaggio, 500 euro di buonuscita. “Ho avuto paura durante la guerra – spiega con un sorriso – adesso mi sento di nuovo persa. Cosa farò? Non voglio lasciare Napoli perché ho conosciuto il territorio, voglio trovare un lavoro qui , con mio marito”. Non si perde d’animo, fino a oggi è stata ospitata in un albergo di via Firenze,  ha studiato italiano con un corso accelerato e adesso il suo futuro è incerto. La sua è una delle tante storie dei ragazzi ospitati arrivati nel capoluogo partenopeo.
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CAOS NAPOLI -. Finita l’emergenza, finita l’assistenza: adesso c’è chi prova a ricongiungersi con i familiari o cerca fortuna altrove.  Chi parte per Milano o chi ha deciso di andare in Puglia, per offrirsi come bracciante. Piazza Garibaldi diventa un punto di partenza, ma allo stesso temo un punto di arrivo per chi ha lasciato gli alberghi delle altre province. A Napoli sono arrivati i rifugiati che erano dislocati a Palinuro, Sarno  e Avellino. La Cgil, con l’ufficio immigrazione, e le associazioni locali stanno cercando di contenere le difficoltà e sostenere i ragazzi.
SITUAZIONE DELICATA  – Sono ore di fermento,  attaccati ai telefonini per avere rassicurazioni dagli albergatori e continui contatti con le istituzioni.  Tanti sono i problemi economici per i rifugiati, visto che i 500 euro non sono ancora stati erogati a tutti, o comunque non tutti hanno avuto la possibilità dai cambiare l’assegno in banca. “La situazione è delicata – spiega Jamal Qaddorah, dell’Ufficio Immigrazione – ma stiamo lavorando per assicurare soprattutto le donne, bambini e le persone ammalate”. Tanti  albergatori hanno deciso di concedere qualche giorno di assestamento ai ragazzi, una proroga almeno fino a lunedì per la riapertura delle banche e il recupero dei contanti.  In tanti alberghi, però, c’è chi ha deciso di dare il posto letto senza  garantire il pasto ai ragazzi. La situazione resta in bilico, come le vite dei 900 ragazzi presenti sul territorio.

di Stefania Melucci

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