rifiuti-elettronicMILANO- Come mai frullatori e phon, tostapane e cellulari non sono smaltiti correttamente? Utilizziamo ogni giorno piccoli elettrodomestici, oltre a computer portatili e penne Usb, ma difficilmente li smaltiamo nelle isole ecologiche. I Raee (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) del gruppo R4, tipologia che contempla elettronica di consumo, telecomunicazioni, informatica, piccoli elettrodomestici, elettroutensili, giocattoli, apparecchi di illuminazione, dispositivi medici, finiscono chissà perché in buona misura nel sacco dell’immondizia indifferenziata. Solo il 18% segue il corretto percorso di raccolta e smaltimento, secondo Ecolight, consorzio che si occupa della gestione dei Raee, delle pile e degli accumulatori a fine vita.
RECUPERO – «Meno di uno su cinque è conferito correttamente. Questi rifiuti sono classificati come speciali, composti da importanti quote di materie che possono essere recuperate e da sostanze che potrebbero essere inquinanti. Nel 2012 in Italia ne sono state raccolte quasi 39 mila tonnellate, di cui 15 mila gestite da Ecolight», spiega Giancarlo Dezio, direttore generale del consorzio.
DISCARICA – Perché il resto prende la via della discarica nonostante l’obbligo di differenziare e riciclare questa tipologia di rifiuto? Si tratta di rifiuti riciclabili al 97%, composti prevalentemente da ferro e plastica, materiali che possono essere recuperati per ottenere materie prime seconde riutilizzabili nei cicli produttivi. La pigrizia di raggiungere l’isola ecologica – non sempre a portata di mano – per consegnare la radio o il tostapane non più funzionanti, in parte contribuisce alla scarsità della raccolta. E poi? «C’è poca conoscenza: il consumatore non sa che questi oggetti di uso comune vanno smaltiti nelle piazzole ecologiche, oppure portati nei negozi perché, secondo quanto prevede il decreto “uno contro uno”, il punto vendita è obbligato a ritirare la vecchia apparecchiatura gratis al momento dell’acquisto di una nuova. Bruci il phon e ne acquisti un altro? Il negoziante ha l’obbligo di ritirare quello vecchio. Se non lo fa incorre in sanzioni», aggiunge Fabio Bianchi dall’ufficio marketing di Ecolight.
UNO A ZERO – Entro qualche anno – ma non prima del 2015 – prenderà il via una più evoluta formula di smaltimento, cioè l’“uno a zero”: sarà possibile smaltire il ferro da stiro come il cellulare o il pc portatile senza necessità di acquisto. Il 2012 è stato un anno di calo generale del comparto Raee, che vede la raccolta scendere del 9%. Ma, nonostante questo Ecolamp, il consorzio per la raccolta e il riciclo delle sorgenti luminose a basso consumo a fine vita (gruppo R5) ha registrato un incremento del 12% a livello nazionale, conteggiando 1.639 tonnellate di sorgenti luminose raccolte, contro le 1.468 del 2011. Anche se parte dei negozianti obbligati per legge al ritiro delle lampadine esauste non collaborano: solo quattro centri della grande distribuzione su dodici coinvolti hanno garantito il ritiro.
IDENTIS WEEE – Intanto, nel tentativo di incrementare la raccolta di R4, Ecolight con la multiutility Hera e il consorzio spagnolo Ecolum, dall’inizio di aprile attiverà quattro prototipi di cassonetti intelligenti – progettati sulla base di quanto prevede il progetto Identis Weee (Identification DEterminatioN Traceability Integrated System for Waste Electrical and Electronic Equipment) – in Emilia Romagna. Si tratta di container autonomi e in grado di tracciare il rifiuto raccolto, ma non solo: chi si presenterà con un frullatore o un cellulare nell’area dove questi prototipi verranno installati, verrà guidato grazie a un sistema touchscreen al corretto conferimento del materiale negli appositi spazi. Alla fine della sperimentazione questi cassonetti-container super tecnologici potrebbero diventare di uso comune.

di Anna Tagliacarne (corriere.it)

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