FIRENZE . Realizzato con una sorta di mini-troupe ridottissima e con arredamenti “fatti in casa”, “A mano libera” di Giuseppe Stasi ha convinto la giuria di RacCorti sociali per la forza del messaggio e dell’ intensità espressiva. Il corto si avvolge su se stesso in una danza continua che tiene lo spettatore ben saldo allo schermo, lo avvolge in una musica che si fa dirompente sino a svelare la trama fatta di una realtà semplice ed affascinante: un pittore, una tavolozza ed i pennelli …si comincia dal particolare, poi lentamente l’inquadratura si allarga e ci racconta una quotidianità, diversa certo, ma nondimeno possibile.

IL VERDETTO – «L’idea della diversità – si legge nella motivazione della giuria – viene comunicata con una inversione poetica rispetto ai canoni comunicativi tradizionali, cioè a partire non dall’handicap della persona ma dal suo talento e dalle sue doti migliori, che trovano giusta sintesi prima nella qualità dell’elaborazione pittorica e poi dell’opera finita. Dunque non arte diversa o minore ma arte tout court, a sottolineare con forza la qualità umana di chi, malgrado la sua invalidità, riesce ad esprimersi con tanta intensità».
IL CONCORSO – “RacCorti sociali. Piccoli film per grandi idee” è il concorso promosso dal Centro servizi volontariato della Toscana (Cesvot) e dall’Associazione Spettatori Airat, in collaborazione con la Fondazione Sistema Toscana. Il concorso è dedicato alla produzione audiovisiva legata alla socialità, alla solidarietà, al volontariato, alla difesa dei diritti e del bene pubblico. Possono partecipare corti della durata massima di 5 minuti, con colonne sonore originale.

di Alessandro Barba

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui