ALGERIA. Trentacinque ostaggi stranieri detenuti nel sito petrolifero di In Amenas, nel Sahara algerino, e 15 sequestratori – tra cui uno dei leader, Abou Al Bara – sarebbero stati uccisi in un raid di elicotteri dell’esercito algerino. Lo riferisce Al Jazeera. Le autorità algerine hanno confermato a quelle britanniche che è «in corso un’operazione militare» presso l’impianto nell’est dell’Algeria, dove un commando jihadista ha preso in ostaggio decine di lavoratori occidentali.
IL BLITZ – Il blitz è arrivato dal cielo, per salvare gli ostaggi in mano ai terroristi che, da mercoledì, hanno il controllo del sito per l’estrazione di idrocarburi di In Amenas. «Elicotteri dell’esercito algerino hanno cominciato a bombardare il sito petrolifero, ferendo due giapponesi», ha riferito, tra i primi media a riportare l’accaduto, l’agenzia mauritana Ani. L’agenzia citava come fonte «coloro che firmano con il sangue»: Al Qaeda, il gruppo terroristico che ha rivendicato il sequestro. I terroristi, secondo il sito Tsa, che cita come fonte un notabile della zona, avrebbero tentato di abbandonare il sito, ma sono stati bloccati dalle forze di sicurezza che circondano la zona. Probabilmente i rapitori hanno portato con loro alcuni ostaggi, che avrebbero usato da scudo. Fuggiti invece una trentina di ostaggi algerini e 15 stranieri.
OSTAGGI – Nella mattinata una trentina di lavoratori algerini e una quindicina di stranieri avevano lasciato l’impianto. L’agenzia ufficiale algerina, Aps, che ha confermato la liberazione degli ostaggi algerini però non chiarisce se gli sono riusciti a fuggire o se sono stati lasciati andare dai sequestratori. Secondo altre fonti, invece, gli stranieri sarebbero riusciti a fuggire.
CASERMA – Uno degli ostaggi liberati, Abdallah, al telefono con Al Jazeera, ha dichiarato di essere stato liberato dai terroristi. L’uomo ha anche raccontato che i militari algerini di una caserma vicina al sito petrolifero «non hanno mosso un dito» durante l’assalto. Nel campo, secondo l’ostaggio, si trovavano in tutto 250 lavoratori algerini: un centinaio rilasciati già martedì, mentre altri 150 sono stati trattenuti, liberi di muoversi ma non di uscire dal sito. I 150, ha spiegato, hanno dormito all’aperto e sono stati tenuti senza cibo.
ESPLOSIVO – Alcuni degli ostaggi sono stati costretti a indossare una cintura esplosiva, per scoraggiare eventuali blitz delle forze di sicurezza algerine. Lo ha affermato un ostaggio francese contattato telefonicamente dall’emittente France24. La tv ha precisato di non sapere se l’ostaggio parlava sotto minaccia o costrizione. L’uomo ha confermato che con lui sono detenuti cittadini britannici, giapponesi, filippini e malesi. Altre tre persone che si sono presentate come ostaggi – un britannico, un irlandese e un giapponese – hanno parlato al telefono con la tv Al Jazeera chiedendo che l’esercito algerino si ritiri dalla zona e che si favorisca il negoziato.
FERITO – L’ostaggio irlandese, secondo la tv che traduceva simultaneamente le sue dichiarazioni, ha affermato che la situazione sta peggiorando e chiesto il ritiro dell’esercito algerino in vista di negoziati con i sequestratori. L’uomo ha aggiunto di aver avuto ieri un contatto telefonico con la moglie. Il britannico ha dichiarato che i negoziati potrebbero prevenire delle perdite umane. Secondo al Jazeera, infine, il terzo ostaggio a intervenire in diretta per telefono e senza immagini, un giapponese, è rimasto ferito.
IDROCARBURI – Nell’impianto per l’estrazione di idrocarburi di In Amenas, nel sud-est dell’Algeria, la produzione è stata interrotta. Lo ha fatto fa sapere Helge Lund numero uno del gruppo norvegese Statoil.
L’ITALIA – La Ue intanto ha dato il via libera alla missione di addestramento dell’esercito del Mali al quale parteciperanno, come ha spiegato il ministro Terzi «fino a 24» italiani. Il supporto logistico dell’Italia alla missione della Francia invece «non sarà un intervento militare diretto».

di Redazione Online (corriere.it)

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