ROMA. È in calo il numero dei detenuti stranieri presenti nelle carceri italiane. Ecco quanto emerge da una recente analisi del Dap ( Dipartimento Amministrazione Penitenziaria): secondo i dati dal 2008 ad oggi, si è evidenziato un calo di circa tremila unità all’anno sul totale degli ingressi.

IL FENOMENO. Nel 2007, secondo l’analisi, il 37,4% delle presenze  era di origine straniera, ovvero circa il 48,5 % degli ingressi. Da quel momento si è riscontrato un  continuo calo di presenze. Molte le cause scatenanti, tra cui la direttiva Europea 2008/115  sui rimpatri. In particolare, gli ingressi dalla libertà per reati legati al testo unico sull’immigrazione, sono passati dai 10.125 del 2008 ai 2.480 del 2011. Eppure – secondo quanto dimostrano i dati del  Dap-  gli stranieri continuano ad essere “arrestati” più degli Italiani: sono 42.723  le presenze di italiani prodotte da 43.723 ingressi (pari al 97,82%) mentre  si contano 24.174 presenze di stranieri, prodotte da 33.305 ingressi (72,58% circa). Altro dato significativo, riguarda il numero dei detenuti in attesa di giudizio: nel 2011 erano il 36,98% tra gli italiani e il 47,36% tra gli stranieri.

ALTRE MISURE. L’uso di misure alternative, rappresenta ancora un muro insormontabile. Secondo recenti statistiche semestrali risalenti al 30 Giugno 2012, si evince che il numero di stranieri in misura alternativa è pari a  3.679 contro i 12.733 italiani.  «Tra le varie ragioni del calo degli ingressi c’è l’entrata nell’Unione europea della Romania – spiegano dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – che, dopo il Marocco, conta il maggior numero di presenze nelle carceri: l’acquisizione della cittadinanza europea dei detenuti romeni consente di accedere con maggiore facilità alle misure alternative».

di Sabrina Rufolo

 
 

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