INDIA. Ancora nessuna approvazione da parte del Parlamento indiano per la proposta di legge sul  lavoro minorile, che rappresenterebbe una svolta radicale  per  la tutela dei diritti dei bambini. L’India è, infatti, il Paese con il massimo numero di baby lavoratori costretti  a lavorare in condizioni drammatiche fino a 14 ore al giorno

LA PROPOSTA. La nuova legge  (Il Trattato di abolizione del Lavoro minorile,ndr) presentata dal ministro del Lavoro Mallikarjun Kharge al Senato indiano agli inizi di dicembre, vieta qualsiasi tipo d’ impiego per i minori di 14 anni e promuove il divieto d’impiego nei cosiddetti “lavori pericolosi” per i minori di 18.  La proposta di legge prevede dure sanzioni per i trasgressori che rischiano fino a due anni di detenzione e inoltre un programma di scolarizzazione e riabilitazione per i bambini. L’approvazione della legge, passata in secondo piano rispetto all’ emergenza esplosa negli ultimi giorni sulla tutela della sicurezza delle donne, è stata rinviata a febbraio 2013 nonostante gli allarmanti dati  sull’aumento dell’occupazione minorile nei centri urbani.

LA PETIZIONE. Le organizzazioni indiane per la tutela dei diritti dei bambini lanciano un appello affinché la pressione dell’opinione pubblica globale aumenti e convinca  il governo indiano ad approvare il Trattato di abolizione del lavoro minorile. Plan International ha sostenuto la petizione lanciata da Gordon Brown, inviato speciale delle Nazioni Unite, che sarà presentata al parlamento indiano, una volta raggiunta la quota di 1 milione di firme.

di Mirella Soprano

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