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ROMA. Singolare protesta di 120 attivisti di Greenpeace provenienti da tutta Europa che hanno manifestato pacificamente in piazza del Popolo, dove Enel ha allestito un “museo” multimediale dell’energia per festeggiare il suo cinquantenario.  Gli attivisti hanno deposto davanti alla struttura della multinazionale dell’energia oltre 360 sagome simboleggianti i casi di morte prematura che – secondo uno studio realizzato dall’istituto indipendente olandese SOMO – sono determinati annualmente dalle emissioni delle centrali a carbone di Enel in Italia. Accanto alla tensostruttura è stato aperto uno striscione con scritto “Il carbone di Enel causa 366 morti premature l’anno in Italia”. «Non è un bel compleanno, questo di Enel, e crediamo non ci sia nulla da festeggiare- ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia-. L’azienda continua ad avvelenare l’Italia con il suo carbone; e continua impunemente a distruggere il clima. Enel è il terzo emettitore assoluto di gas serra in Europa, ben al di sopra della media delle altre aziende elettriche, e di gran lunga il primo in Italia. Nella sua pubblicità, Enel ci ha chiesto per mesi “quanta energia c’è in un attimo”, senza dirci invece quanta CO2 c’è in un solo secondo: oltre una tonnellata, per limitarci alla sola produzione nel nostro Paese».
LE RICHIESTE. Greenpeace, mentre sono in corso i negoziati sul clima di Doha, chiede a Enel di ritirare ogni nuovo progetto di centrale a carbone, di dimezzare la produzione realizzata con quella fonte entro il 2020 e di azzerarla entro il 2030. Si risparmierebbe annualmente, secondo Greenpeace,  l’emissione di circa 27 milioni di tonnellate di CO2 (più del doppio delle emissioni di Milano, Roma e Torino messe assieme) e danni sanitari, economici e ambientali nell’ordine dei 2 miliardi di euro all’anno.

di Walter Medolla

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