MILANO. UBI Banca annuncia l’emissione del prestito obbligazionario per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro, di cui richiederà l’ammissione alla quotazione al MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni), “UBI Comunità per la Fondazione Umberto Veronesi” i cui proventi saranno in parte devoluti a titolo di liberalità (cd Social Bond) alla nota  fondazione milanese.  Il contributo verrà utilizzato dalla Fondazione per sostenere il progetto di ricerca “Nuovi biomarker per seno e polmoni” finalizzato a individuare i tumori del seno e del polmone nello stadio iniziale, ancor prima che siano rilevabili con le attuali tecniche diagnostiche. La diagnosi precoce di un tumore offre maggiori possibilità di cura e permette anche di attuare interventi meno aggressivi assicurando così una migliore qualità di vita. «L’emissione di questo nuovo prestito obbligazionario testimonia l’attenzione del nostro gruppo per il sostegno di progetti significativi e di elevato interesse sociale-commenta Rossella Leidi, Chief Business Officer di UBI Banca-. Un’operazione solidale, che segue quelle già presentate con notevole successo dal Gruppo sia a livello nazionale che a livello locale, e che da un lato offre  al sottoscrittore la possibilità di ottenere un congruo ritorno sull’investimento effettuato, dall’altro contribuisce a sostenere una delle più importanti realtà italiane nell’ambito della ricerca e della prevenzione».

L’IMPEGNO.  «La missione della Fondazione che porta il mio nome è contenuta nel suo stesso logo sottolinea il Prof. Umberto Veronesi, fondatore della Fondazione: per il progresso delle scienze . Questo significa che lo scopo principale della Fondazione Veronesi consiste nel sostenere la ricerca. Il mondo della ricerca sta attraversando una vera e propria rivoluzione; tramonta la tradizionale divisione fra attività di ricerca e attività clinica, spesso causa del lungo intervallo tra una scoperta scientifica e la sua applicazione concreta. Noi intendiamo sostenere questa nuova mentalità e la crescita di una nuova generazione di scienziati capaci di pensare e agire contemporaneamente da clinici e da ricercatori .I nuovi scienziati dovranno inoltre sapere parlare la lingua della medicina del futuro che è una medicina molecolare preventiva».

di Davide Domella

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