ROMA. Si registra un incremento, relativo agli ultimi dodici anni, di  minori allontanati dalla propria famiglia, aumenta, però, anche il ricorso all’affido. Lo rileva l’ultimo monitoraggio promosso dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e realizzato dal Centro nazionale di documentazione per l’infanzia, presentato oggi a Roma. Sono 29.309 i minorenni accolti temporaneamente presso i servizi residenziali familiari e socio-educativi e le famiglie affidatarie alla fine del 2010 (erano 23.636 quelli rilevati nel 1998/99). Tuttavia,  se si considera il flusso dei ragazzi accolti e poi dimessi (e dunque non più presenti alla data della rilevazione)  il numero di bambini e ragazzi che hanno provato l’esperienza di vivere lontani dalla propria famiglia nel corso del 2010 sfiora i 40 mila. I problemi all’origine dell’allontanamento riguardano prevalentemente  le relazioni interne alla famiglia, incuria e maltrattamento dei figli, problemi di dipendenza, l’inadeguatezza dei genitori, ma spesso a queste problematiche si aggiungono problemi economici e lavorativi. Un bambino su 4 è stato collocato in struttura o presso famiglia affidataria in base a una misura a protezione in via di emergenza.
AUMENTA L’AFFIDO. Secondo la rilevazione tutto l’incremento nel numero delle accoglienze è dovuto all’aumento del ricorso all’affidamento familiare, che allinea il numero dei collocamenti in comunità (14.781 minori) a quello degli affidi (14.528, +42 per cento in dodici anni). Nel breve periodo però, ovvero negli ultimi anni, il numero delle accoglienze si è stabilizzato. Il ricorso all’affido è più diffuso in Sardegna, Toscana, Liguria e Piemonte dove si contano circa due affidi ogni collocamento in comunità. Più diffusa l’accoglienza in strutture in Abruzzo, Molise e nella Provincia autonoma di Trento. In 12 anni passi avanti più evidenti al Sud; Marche e Valle d’Aosta in controtendenza: affidi in calo. Il 55 per dei bambini in affidamento familiare non ha rapporti di parentela con gli affidatari; gli altri (modalità più diffusa al Sud) sono accolti all’interno della cerchia parentale, da nonni, zii e parenti fino al quarto grado.
GLI STRANIERI. Sono il 4 per cento dei “fuori famiglia”, il 22 per cento del totale degli stranieri, dato poco più che raddoppiato rispetto a dieci anni fa. Il fenomeno è più evidente in alcune regioni come  Emilia-Romagna, Toscana, Provincia di Trento, Veneto e Marche, dove le percentuali si attestano oltre il 30. Per gli stranieri prevale ancora il ricorso alla comunità piuttosto che l’affido. Discorso a parte per i non accompagnati (la maggior ha tra 14-17 anni): al 31 dicembre 2010 1.300 minori soli risultavano accolti presso i servizi residenziali familiari e socio-educativi e le famiglie affidatarie.
DISABILI Poco meno di un bambino su dieci presenta una qualche forma di disabilità certificata. Nel 7 per cento dei casi si tratta di disabilità psichica, m a c’è anche un  2 per cento di minori con una disabilità plurima. Chi ha una disabilità psichica è affidato prevalentemente alle comunità.

di Sofia Curcio

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