di Ortensia Ferrara
ROMA. Cambiare il paese per non dover cambiare paese: essenziale ma efficace lo slogan a corredo dell’appello “Io voglio restare”, lanciato da un gruppo di giovani e che ha raccolto, nel giro di pochissime settimane, quasi duemila adesioni, tra studenti e dottorandi, metalmeccanici, giornalisti precari, blogger e attivisti del mondo antimafia, giovani attivi in spazi sociali, architetti, specializzandi in medicina, interpreti e traduttori, disoccupati, piccoli editori, attivisti di numerose reti. Hanno risposto mondi diversi di questa generazione, segno della necessità di costruire un progetto ampio e concreto per difendere il futuro.
C’è chi è partito e vorrebbe tornare, chi cerca di restare, chi sta facendo i bagagli e sta partendo, costretto a farlo: cambiare il paese per non dover cambiare paese significa prendere coscienza come generazione del proprio ruolo di forza produttiva del paese, di risorsa necessaria a qualsiasi percorso di uscita dalla crisi, e farsi carico di questo ruolo senza paura, rivendicando gli standard di dignità e diritti necessari a non dover emigrare e a mettersi al servizio di questo percorso.
L’appello prelude ad una campagna, interamente autofinanziata, che verte attorno a quattro temi: conoscenza e saperi; welfare e reddito; lavoro e precarietà; innovazione e nuova occupazione, e che ha visto i numerosi aderenti all’appello confrontarsi per la prima volta di persona presso la Fortezza da Basso a Firenze nell’ambito di Firenze 10+10. Oltre 300 studenti e lavoratori si sono riuniti, in un’assemblea di 5 ore, a parlare di precarietà, welfare, innovazione, nuovo modello di sviluppo. “Viviamo condizioni di precarietà, sfruttamento, tagli continui ai saperi, all’istruzione, ai servizi assolutamente inadeguate alle nostre esigenze e a quelle del mondo contemporaneo – spiega Lorenzo Zamponi, uno dei portavoce della campagna – noi riteniamo di avere le energie, le idee, la possibilità di cambiare  questo paese, farlo uscire dalla crisi per farlo ripartire e diventare più libero, più uguale, più giusto”. La campagna “Io voglio restare” propone un percorso pubblico, partecipato e indipendente, in cui trasformare le idee delineate nel sito www.vogliorestare.it in proposte concrete, credibili e sostenibili, che permettano a questa generazione di restare in Italia e non arrendersi alla fuga. E, mentre si stanno formando comitati territoriali in tutta Italia, idee e contributi stanno arrivando numerosi da tutta Italia e dall’estero, e sono raccolti e pubblicati sul blog della campagna vogliorestare.it,
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