di Emiliano Moccia
FOGGIA. Oltre 20 capanne bruciate, polverizzate, incenerite dalla furia delle fiamme. Un incendio divampato all’improvviso, nel cuore della notte, nel cosiddetto Ghetto di Rignano, il villaggio di cartone in cui vivono più di 300 migranti impiegati nelle campagne del foggiano. A provocare l’incendio, secondo il racconto degli stessi migranti, sono state le fiamme di una candela accesa utilizzata per illuminare una delle capanne costruite con materiale di fortuna e altamente infiammabile. Il fuoco si è subito propagato tra le abitazioni costruite a poca distanza l’una dall’altra.
I DOCUMENTI. Più di sessanta i cittadini provenienti dal Mali, dalla Costa d’Avorio e dal Senegal rimasti senza un tetto sulla testa, seppur di cartone. Ma soprattutto, durante il rogo i migranti hanno perso ogni traccia della propria storia, della propria identità. Le fiamme, infatti, hanno inghiottito documenti, carte, cellulari, numeri di telefono dei familiari, soldi, vestiti. Eppure, anche di fronte al dramma, molti migranti hanno deciso di andare a lavorare ugualmente per non perdere la giornata di paga. I primi problemi, però, cominceranno questa notte, quando dovranno trovare un nuovo posto in cui dormire al riparo dal freddo.
LA MACCHINA DEI SOCCORSI. Per questo, con il coordinamento della Prefettura di Foggia ed il coinvolgimento delle associazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, si è messa in moto la macchina dei soccorsi con l’obiettivo di organizzare un sistema di accoglienza. La Croce Rossa, per esempio, è impegnata nel garantire il vitto a quanti hanno perso ogni tipo di sostentamento, mentre il Comune di San Severo si è attivati per rimuovere i cumuli di rifiuti. «Servono coperte, materassi, vestiti perché nell’incendio i migranti hanno perso tutto» dice Concetta Notarangelo, della rete “Io C Sto”. Intanto, si stanno verifica la presenza di eventuali siti da utilizzare per sistemare, anche temporaneamente, i migranti ancora scossi per quanto avvenuto durante la notte. Tra le idee prese in considerazione, quella di aprire le porte dell’Albergo Diffuso di San Severo, la struttura completata ma mai entrata in funzione che al pari degli Alberghi Diffusi di Foggia e di San Severo punta ad accogliere i lavoratori immigrati stagionali con regolare permesso di soggiorno.
AD AGOSTO. Quello di stanotte è il secondo incendio scoppiato al Ghetto di Rignano nel giro di pochi mesi. Il primo si verificò lo scorso 11 agosto, quando il fuoco sbriciolò 40 capanne di legno lasciando senza “casa” più di 250 migranti. In quell’occasione, il neo-prefetto di Foggia, Maria Luisa Latella, prese visione delle precarie situazioni alloggiative dei tanti migranti che arrivano in Capitanata per lavorare nei campi e per contribuire allo sviluppo economico del territorio. Ed anche oggi ha immediatamente attivato una rete organizzativa con enti locali ed imprenditori per trovare una soluzione abitativa in questa particolare esigenza.

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