ROMA. Il caso del ragazzo di Cittadella prelevato con la forza a scuola ha riaperto un “dibattito inverecondo e vagamente allucinato sui servizi sociali che ‘rubano’ i figli ai genitori e sulle comunità per minori ‘che speculano’”. A sostenerlo è il Cnca che insieme a Coordinamento nazionale Comunità minori (Cncm) e Unione delle comunità di tipo familiare per minori di Roma e Lazio (Uctf) ha inviato una lettera aperta al presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, al ministro del Welfare Elsa Fornero, al ministro della Famiglia Andrea Riccardi e, per conoscenza, ai componenti della Commissione parlamentare Infanzia e adolescenza, al Garante nazionale Infanzia e adolescenza Vincenzo Spadafora e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. La lettera aperta chiede l’intervento di Napolitano e dei ministri per porre fine alla “deriva strumentale ed ideologica”.
IL MESSAGGIO. “Da qualche tempo – si legge nella lettera – assistiamo a ripetute trasmissioni televisive in cui vengono trattati temi riferiti all’infanzia e all’adolescenza con modalità molto discutibili e non condivisibili, improprie e non rispettose né della dignità delle persone né della correttezza delle informazioni”. “Siamo convinti – prosegue la lettera – che non è mai nell’interesse del Paese – delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi in particolare – utilizzare modalità e linguaggi urlati, faziosi, non funzionali al discernimento e privi di ogni possibilità di analisi seria delle situazioni di cui – spesso impropriamente – si sta parlando”.
“I recenti fatti di cronaca trattati dalle trasmissioni televisive hanno peraltro utilizzato modalità e linguaggi gravemente offensive e diffamatorie nei confronti delle comunità di accoglienza, accusate di ‘trattenere i minori a scopo di lucro’ e di essere ‘dei lager’. Siamo veramente indignati per quanto sta accadendo e non siamo disponibili a tollerare oltre questa situazione”. “Noi pensiamo che non si possa accusare impunemente nessuno e laddove si fosse a conoscenza di fatti illeciti a danno dei minorenni accolti nelle comunità riteniamo che questi fatti debbano essere subito denunciati alle autorità competenti da chi ne è a conoscenza. Saremo al loro fianco nel sostenere la denuncia perché nessuno può speculare su minori! Dunque nessuna copertura per le ‘false comunità’, ma la pretesa che si sappia discernere, che non si facciano improprie generalizzazioni, che non si strumentalizzino situazioni per fini che nulla hanno a che vedere con il superiore interesse dei minorenni”.
“Da moltissimi anni – si legge ancora nel testo – accogliamo bambini e ragazzi in grave disagio sociale, psicologico e relazionale nelle comunità residenziali. Sono bambini e ragazzi maltrattati, abusati, soli, con disagio psichico e comportamentale, spesso privi di risorse personali e familiari. Pochissimi di loro è figlio ‘conteso’ dai genitori come invece si fa erroneamente sostenendo! Nelle comunità residenziali troviamo famiglie residenti e/o, operatori (educatori, psicologi, pedagogisti, assistenti sociali) che quotidianamente si preoccupano, hanno cura, si spendono umanamente e professionalmente per le persone che accompagnano e accolgono. Famiglie e operatori che vanno sempre molto al di là del “tempo lavoro” contrattualmente previsto! perché al centro del loro operato umano e professionale c’è sempre e comunque l’attenzione al singolo, ai suoi tempi di crescita, ai suoi bisogni. Operatori che hanno uno stipendio mensile di poco più di 1.000 euro al mese. È questo il business?”.
“È di queste realtà e di queste persone che stiamo parlando e non è proprio tollerabile che vengano ancora una volta ingiuriate, infamate, come le trasmissioni televisive ancora fanno. Ci rivolgiamo quindi a Lei sig. Presidente perché – unitamente ai Ministri Fornero e Riccardi – intervenga con la Sua autorevolezza per porre termine a questa deriva strumentale ed ideologica, nell’interesse soprattutto dei bambini e dei ragazzi”.

di m.d.

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