ROMA. Porte chiuse ai giovani stranieri nei prossimi bandi di servizio civile nazionale, per i quali sarà ancora “prevista la cittadinanza italiana quale requisito di partecipazione”. L’annuncio, contenuto in una risposta ad una interrogazione parlamentare , arriva direttamente dal Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, che conferma così l’impossibilità per l’Ufficio nazionale del servizio civile (Unsc) di aprire il servizio civile agli stranieri perché così stabilisce “il quadro normativo vigente”.
IL CASO. La questione fu sollevata a gennaio scorso quando il Tribunale del lavoro di Milano aveva accolto il ricorso presentato da un giovane di origini pachistane, Shahzad Sayed, sostenuto dall’associazione “Avvocati per niente”, contro la sua esclusione dal Bando nazionale di servizio civile dell’ottobre 2011. L’accordo raggiunto successivamente dal giovane con l’Unsc aveva scongiurato il blocco del bando, rinviando tutto ad una nuova sentenza prevista per il prossimo 22 novembre. Nel frattempo il ministro Riccardi, pur dichiarandosi personalmente favorevole ad aprire il servizio civile ai giovani di origine straniera, ha sempre rimandato questa possibilità ad una riforma complessiva della legge 64/2001.
Non è però d’accordo con Riccardi Alberto Guariso di “Avvocati per niente”, secondo il quale “la questione va posta in termini del tutto diversi: il giudice ha stabilito, sulla base di una approfondita argomentazione, che nel caso esaminato l’espressione ‘cittadino italiano’ va interpretata come ‘consociato, residente sul territorio’ e quindi è da applicarsi anche ai giovani stranieri residenti in Italia”. Insomma, secondo il legale l’apertura del bando del servizio civile ai giovani stranieri sarebbe possibile già da subito con l’attuale legge.

di Mirko Dioneo

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