MILANO. Da un derivato della cannabis si potrebbe migliorare la qualità della vita quotidiana delle persone colpite dalla Sla. Il 5 novembre partirà la fase II della sperimentazione su 60 pazienti: “Verrà verificata l’efficacia del trattamento -spiega Giulio Pompilio, direttore scientifico della Fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofica (Arisla), che finanzia con 53mila euro il progetto-. Attenua i sintomi della spasticità che colpisce i malati di Sla”. L’avvio della sperimentazione è stato annunciato oggi a Milano durante il convegno in cui l’Arisla ha tracciato un bilancio dei suoi tre anni di attività: 4,5 milioni di euro investiti nella ricerca, 94 ricercatori finanziati e 22 progetti in corso. “Si tratta di risultati importanti che ci riempiono di orgoglio e ci confermano l’impegno di questi anni per promuovere e sostenere la ricerca italiana sulla Sla, una malattia con una prevalenza di 6-7 casi ogni 100 mila abitanti – commenta Alberto Fontana, presidente di Arisla-. In Italia ci sono attualmente più di 5 mila malati, con mille nuovi casi ogni anno: in media 3 ogni giorno”.
LA SPERIMENTAZIONE. La rigidità muscolare (o spasticità) è un sintomo che colpisce molti dei pazienti contribuendo alla grave riduzione dell’autonomia personale e della qualità di vita, ed è causa di dolore o retrazioni muscolari. I farmaci anti-spastici attualmente disponibili sono spesso insoddisfacenti e la loro azione farmacologica può spesso causare effetti collaterali. Lo studio è articolato in due fasi. La prima fase avrà una durata complessiva di 7 settimane. Durante la prima settimana i pazienti dovranno annotare nel diario clinico personale i dati relativi alla propria sintomatologia. Successivamente i pazienti verranno randomizzati in due gruppi: farmaco e placebo. Durante le 6 settimane successive verrà valutato il profilo di sicurezza ed efficacia del farmaco. Alla fine dello studio è prevista una seconda fase di 6 settimane, durante la quale verrà garantita a tutti i pazienti partecipanti allo studio l’assunzione del farmaco attivo.
Guiderà la ricerca Giancarlo Comi, responsabile del dipartimento neurologico del San Raffaele in collaborazione con Gabriele Mora, della Fondazione Salvatore Maugeri, con Massimo Corbo, Neuromuscular omnicentre (Nemo)e con Gianni Sorarù, dipartimento di neuroscienze dell’Università degli Studi di Padova.

di S.C.

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