MILANO – Un progetto nasce dalla passione di due giovani jesini per rivoluzionare il mondo del sociale e delle aste di beneficenza. La novità, infatti, sta nel dare al vincitore dell’asta la possibilità di scegliere a quale delle associazioni e delle onlus iscritte al sito devolvere la somma spesa per l’acquisto dell’oggetto. L’altro obiettivo dei fondatori di Etwoo è anche quello di offrire la possibilità di acquistare oggetti unici, appartenuti ai principali personaggi dello sport e dello spettacolo che li hanno messi a disposizione insieme alla loro storia. Insomma, Etwoo è l’asta che cambierà il mondo con un nuovo modo di fare beneficenza. Disponibili da oggi il giubbetto elettrico di Giovanna Trillini (Pechino 2008), la maglia della Nazionale indossata da Roberto Mancini nel 1992 e di Nalbert ex Lube Banca Marche. In arrivo giubbetto elettrico con cui la Vezzali ha vinto l’ultimo oro olimpico e la maglia di Mario Balotelli. Il progetto, dunque, è assolutamente innovativo, come spiega Mario Salsano co-fondatore di Etwoo: “ho concepito l’idea e il nome del sito durante un mio viaggio tra l’Australia e la Nuova Zelanda. Tornato in Italia ho capito che dovevo a tutti i costi realizzarla. Potremmo fare follie per le nostre passioni personali. E da questa idea è nato Etwoo che potrà cambiare il modo di fare beneficenza. Una piccola rivoluzione che parte delle passioni del singolo individuo per trasformarle in aiuto concreta. Una sorta di consumismo socialmente responsabile”. Etwoo, quindi, non è un portale votato al consumismo. Vuole semmai promuovere un tipo di consumismo in grado di cambiare il mondo, partendo dalle emozioni come motore della vita: “Ciascuno di noi ha delle passioni, dei miti da seguire – spiega l’altro co-fondatore Daniele Orazi – con Etwoo è possibile entrare nella storia di un oggetto altrimenti introvabile, diventarne finalmente parte, farlo proprio e, contemporaneamente, fare proprio un progetto benefico”.
                                                                                                                                                          di Luciana Latte

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