ROMA. Circa 17.000 persone – metà delle quali bambini – sono ospitati nel campo profughi di Za’atari nel nord della Giordania, ma i numeri crescono ogni giorno con centinaia di nuovi arrivi dalla Siria. Quest’ultimo fine settimana si e’ verificato un aumento significativo del numero di arrivi con piu’ di 2.000 persone che hanno attraversato la frontiera in una sola notte. “Ci aspettiamo 70.000 persone al campo Za’atari entro la fine di quest’anno”, ha dichiarato Dominique Hyde, Rappresentante Unicef in Giordania. “Dobbiamo agire ora, perche’ sono i bambini che continuano a soffrire di piu’. Sono urgenti maggiori finanziamenti per incrementare le attivita’ di risposta all’emergenza”.
LA DENUNCIA. Le condizioni al campo Za’atari sono molto dure, con temperature torride, nessuna zona d’ombra naturale e tempeste di sabbia frequenti che devastano il campo. L’Unicef sta coordinando la risposta all’emergenza idrica e igienico-sanitaria, trasportando acqua sufficiente per procurare 50 litri a persona al giorno. E’ in corso l’installazione di nuovi servizi igienici, docce e rubinetti. Con il numero di bambini in aumento, cresce anche il rischio di epidemie. Questa settimana l’Unicef sta collaborando con il Ministero della Salute e con l’Oms per vaccinare tutti i bambini sotto i cinque anni; infatti molti non hanno potuto ricevere le vaccinazioni di routine a causa della violenze in Siria.
GLI INTERVENTI. Per questo l’Unicef sta lavorando con i partner per stabilire nel campo un regolare programma di vaccinazione. L’Unicef, inoltre, sostiene i bambini in difficolta’ che hanno bisogno di cure particolari dopo aver subito, nel loro paese, gravi violenze. Sono stati realizzati 10 “spazi a misura di bambino”, dove i piu’ piccoli possono giocare, imparare, riabituarsi alle dinamiche quotidiane e ricevere sostegno psico- sociale. L’Unicef, infine, sta provvedendo all’individuazione e alle cure dei bambini fuggiti dalla Siria senza genitori o familiari.

di Mirella D’Ambrosio

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