FOGGIA – Sono più di quaranta i ragazzi che hanno risposto all’appello dei missionari scalabriniani pronunciando le parole “Io C Sto”. Ragazzi che arrivano da tutta Italia, ma anche da Francia, Brasile, Albania, Haiti e Colombia. Tutti uniti da un unico obiettivo: provare a rendere meno difficile la vita per i migranti impegnati nei lavori dei campi in provincia di Foggia e vivere un’intesa esperienza di scambio interculturale. E così dal 29 luglio riparte il campo di servizio destinato ai giovani che hanno voglia di andare incontro ai migranti per ascoltare le loro storie, per favorire la loro integrazione, per insegnare qualche parola di italiano. L’iniziativa “Io C Sto” è promossa da ScaYM – Movimento Giovanile Scalabriniano di Siponto e dai Missionari Scalabriniani di Siponto e punta, anche per questa estate, a realizzare un presidio di diritti, informazioni e attività di animazione per gli oltre 700 immigrati stagionali che risiedono nel cosiddetto “Ghetto di Rignano”, il villaggio di cartone che sorge a metà strada tra i comuni di Foggia e San Severo. Un villaggio popolato soprattutto da cittadini africani provenienti dalle zone francofone, che in tante circostanze sono seguiti anche dai loro famigliari. Bambini compresi.

GIOCHI E DIRITTI – «Grazie all’aiuto degli scout e al lavoro dei volontari che parteciperanno al campo “Io C Sto” – spiega padre Arcangelo Maira, missionario scalabriniano e promotore dell’iniziativa – realizzeremo una tenda indiana tepee per creare un luogo d’animazione per i più piccoli, in cui poter giocare e svolgere attività ludiche. Per gli adulti, invece, prepareremo un grande spazio al coperto in cui attivare nelle ore pomeridiane, quando rientrano dal lavoro, un corso di lingua italiana». Ma non solo. Perché per padre Arcangelo è determinate la conoscenza da parte dei migranti dei loro diritti, al fine di potersi difendere dalle grinfie dei caporali e dai datori di lavoro abituati a sottopagare i braccianti agricoli. «Ogni pomeriggio al “Ghetto di Rignano” sarà operativo lo sportello legale che avvieremo in collaborazione con diverse associazioni del territorio impegnate nella tutela dei migranti. Il nostro scopo – aggiunge padre Arcangelo – è di far conoscere ai lavoratori stagionali i loro diritti, quanto devono percepire per le ore di lavoro e quello che prevede la Legge».

FORMAZIONE E SERVIZIO – Il campo “Io C Sto”, dunque, terminerà a settembre. Fino a quella data, ogni settimana, gruppi di volontari si daranno il cambio per svolgere le numerose attività programmate. «E molti dei ragazzi hanno confermato la loro presenza anche per due settimane, garantendo continuità di servizio. Le giornate – evidenzia padre Arcangelo – saranno divise in due momenti principali: il mattino dedicato alla formazione con un momento di preghiera, condivisione, riflessione ed organizzazione; il pomeriggio, invece, destinato all’attività di accoglienza, orientamento ed animazioni con i migranti del “Ghetto di Rignano”».

BIKE SHARING – Il missionario scalabriniano, però, ha ancora un sogno nel cassetto: allestire una postazione bike sharing in quella zona della Capitanata: «Abbiamo presentato un progetto alla Regione Puglia per chiedere di finanziare il bike sharing presso il “Ghetto di Rignano”. La nostra speranza è di poter acquistare almeno un centinaio di biciclette. Sappiamo bene, infatti, quanto sia importante questo mezzo di trasporto per i migranti, perché li rende autonomi, possono evitare di dover ricorrere al passaggio dei caporali o di dover pagare 5 euro a quelli che hanno la macchina”. In bicicletta, quindi, i migranti “possono recarsi più facilmente sui luoghi di lavoro o andare in città per fare gli acquisti che servono”. E proprio per via del continuo utilizzo delle biciclette da parte dei migranti, oltre al bike sharing il progetto prevede anche l’allestimento “di una ciclo-officina che sarà curata dall’associazione Cicloamici di Foggia per riparare ed insegnare ai migranti come si aggiusta una bici”. La stagione dei raccolti è ormai iniziata ed anche i migranti, seppur con fatica, stanno riempendo l’area del cosiddetto ‘Ghetto di Rignano’. Speriamo che la Regione Puglia faccia in tempo a finanziare il progetto prima che l’estate finisca.

di Emiliano Moccia

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