MILANO. Gli italiani vogliono poter decidere di non ricevere cure mediche che ritardino il momento della morte. Così, negli ultimi due anni, in 7mila hanno deciso di fare il testamento biologico. Il diritto a decidere “come morire” nell’atto finale di una malattia, dopo un incidente e o un’operazione, però, non è ancora tutelato dallo Stato. L’associazione “Luca Coscioni” ha raccolti 6 mila “ultime volontà”, sia cartacei (3 mila dal 2009), che online (circa 3 mila da maggio 2012). Nella Chiesa Evangelica Valdese di Milano ne sono custoditi altri 700, accumulati sin dall’apertura di uno sportello ad hoc nel dicembre del 2009.

FIRME IN TUTTA ITALIA – A ciò bisogna aggiungere anche quelli firmati in altre dieci Chiese evangeliche da Nord a Sud, e poi al Comune di Genova dove, dal novembre del 2010, ne sono stati raccolti circa 300. Infine, ci sono ancora centinaia di moduli depositati nei registri comunali di Cagliari, Torino, Firenze, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Livorno e in 82 piccoli Comuni (di cui ben 26 in Emilia Romagna). Intanto, altre 34 città e paesi dello stivale stanno valutando di istituire il registro comunale dei testamenti biologici. A Milano, dove non esiste ancora uno sportello comunale, domani, mercoledì 25 luglio, in piazza Cadorna, un gruppo di notai, chiamati dalle associazioni “Luca Coscioni” e “A buon diritto onlus”, sarà a disposizione dei cittadini dalle 12 alle 15, per autenticare gratuitamente i testamenti biologici.

DOMANI IN PIAZZA A MILANO – Un’iniziativa sostenuta dal comitato “Io scelgo”, creato da un gruppo di 50 milanesi, per promuovere l’istituzione di un registro delle “direttive anticipate di trattamento sanitario” (Dat), negli uffici del Comune di Milano. «Siamo arrivati a 6mila firme in due mesi per una proposta di delibera di iniziativa popolare, ma la raccolta è stata bloccata. Il collegio dei Garanti l’ha dichiarata inammissibile perché ritiene sia una materia di competenza del parlamento – spiega Monica Fabbri, coordinatrice della campagna – a settembre vogliamo chiedere un incontro in consiglio comunale per discutere della questione: non devono essere solo le Chiese a occuparsi del tema, ma soprattutto le istituzioni».

LA CHIESA VALDESE – «E alla Chiesa Valdese di Milano, la prima a istituire questo tipo di servizio, si rivolgono “soprattutto anziani, molti cattolici – afferma Fabbri, che è anche la responsabile dello sportello alla libreria Claudiana di via Francesco Sforza, aperto una volta al mese (prossimo appuntamento il 30 settembre, dalle 18 alle 19) – e non è mai capitato che non ci fosse nessuno nel giorno di ricevimento». Il modulo che oggi si può compilare nella Chiesa Valdese e negli uffici pubblici, «dovrebbe essere rispettato dai medici» afferma la coordinatrice. «Può capitare che il medico non voglia o che non possa farlo – aggiunge – e in questi casi ci si rivolge a un tribunale, che deciderà la legittimità delle richieste del paziente”. Nel caso della Chiesa Valdese, perché il testamento sia valido, occorre che ci siano due “fiduciari”, ossia persone che testimonino e che verifichino il rispetto delle volontà di chi lo richiede.

LA PROCEDURA – Per firmare basta presentarsi con un documento davanti a un avvocato e due testimoni (scelti dal soggetto, oppure forniti dalla Chiesa). Il modulo viene poi chiuso in una busta sigillata, una copia resta alla Chiesa, una viene consegnata al firmatario e altre due ai fiduciari. Un passaggio ulteriore è la firma del notaio o di un pubblico ufficiale, necessarie per certificare l’identità del soggetto e dare valore legale al documento. Quello che verrà fatto domani in piazza Cadorna.

di Rebecca Montini

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui