di Emiliano Moccia
FOGGIA. Avvocato per professione, mediatore culturale per necessità, rifugiato politico per sopravvivenza. Aziz Felaupess ha lo sguardo ed il cuore sempre rivolti verso l’Egitto, specialmente in questi giorni in cui sarà proclamato il nome di colui che guiderà il suo Paese: il candidato dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi, o il suo rivale Ahmed Shafiq, ultimo premier del regime di Hosni Mubarak. Aziz segue l’esito di queste elezioni con trepidazione, perché ha lasciato l’Egitto da quasi sette anni. E’ un rifugiato politico e considera il 20 giugno, data in cui si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, un po’ come la sua festa. Come un giorno in cui riflettere e pensare sul cammino che dal Cairo l’ha portato qui in Italia, a Foggia, a svolgere il lavoro di mediatore culturale.
La fuga dall’Egitto. «In Egitto facevo l’avvocato, avevo uno studioso ben avviato e guadagnavo bene – racconta Aziz, in un italiano quasi perfetto e con un sorriso bonario sul volto – . Poi ho aiutato una donna musulmana, sposata con un poliziotto, che voleva cambiare religione per diventare cristiana. Di qui, sono iniziati tutti i miei problemi. Hanno bruciato la mia macchina, la mia casa, il mio ufficio ed ho ricevuto minacce di morte. Sono stato costretto a fuggire, a lasciare la mia città ed il mio Paese». E così Aziz si è ritrovato in Italia. Prima a Milano e poi a Roma «dove ho fatto il guardiano per due anni». Poi, la scelta di proseguire il viaggio verso Foggia, «una città più piccola, meno caotica, dove mi trovo molto bene». Intanto, la sua domanda per ottenere lo status di rifugiato politico viene esaminata ed accolta proprio nella Capitale. «Avere i documenti, essere in regola col permesso di soggiorno, aiuta molto. Ed è anche più facile trovare lavoro o affittare una casa» prosegue Aziz, che nel frattempo ha anche avviato la pratica per ottenere il riconoscimento della laurea in Legge conseguita in Egitto. Perché nonostante tutto, il suo sogno è quello «di proseguire l’attività d’avvocato e costruirmi una famiglia».
L’attività di mediatore culturale. Del resto, Aziz ha solo quarant’anni ed una incessante voglia di lavorare, di mettersi in gioco. Dopo aver seguito un corso per mediatore culturale, infatti, Aziz ha avviato una serie di collaborazioni con società, enti privati ed istituti scolastici, mettendo a frutto le sue competenze professionali e dando una mano ai migranti che si rivolgono a lui al fine di favorire la loro integrazione sociale. Ma non solo. Perché il mediatore egiziano dedica parte del suo tempo libero anche all’attività di volontariato presso la Caritas diocesana di Foggia-Bovino. Anche se non nasconde che gli piacerebbe «poter tonare un giorno in Egitto, nella mia città, per poter rivedere e riabbracciare i miei familiari». Un augurio che diventa ancora più forte nella Giornata Mondiale del Rifugiato istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2001.

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