di Francesco Gravetti
FERRARA. Sono centinaia i volontari che stanno attivandosi per portare assistenza alle persone colpite dal terremoto nelle province emiliane. Soccorsi spontanei, ma anche aiuti forniti da associazioni e dalle stesse istituzioni. La Regione Emilia Romagna fa sapere che per organizzare e gestire le attività assistenziali sono stati attivati 731 volontari di protezione civile, ai quali vanno aggiunti circa 300 volontari delle altre Regioni che stanno concorrendo all’attivita’; fra le altre: Marche, Umbria, Toscana, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige.
PER GLI IMMIGRATI. Sono in tutto 30 le tende allestite dalla colonna mobile della Protezione civile inviata dalla regione Toscana (della quale fanno parte, ad oggi, una sessantina di persone tra volontari e dipendenti di Comuni e Province che fanno parte del sistema regionale di Protezione civile) nel campo di accoglienza a San Possidonio, vicino a Mirandola, in provincia di Modena. Il campo è in grado di accogliere fino a 250 persone.
Al momento il campo, nel quale sono state montate anche due tende gonfiabili sociali, ospita 170 persone, la metà delle quali sono bambini e bambine. Le persone ospitate sono per la quasi totalità di origine straniera e provengono da Tunisia, Marocco, Ghana, Ciad, Romania, Nigeria Pakistan. In gran parte sono persone tra i 30 e i 40 anni, pochi gli anziani, nessun disabile. Due famiglie, di origine cinese, sono state sistemate in un albergo della zona poiché una donna è in gravidanza e un’altra ha un bimbo di due mesi.
Per quanto riguarda le cure mediche, una tenda adiacente all’ambulanza è stata allestita come punto di appoggio del medico di base. Attraverso i volontari del 118 viene garantito il collegamento alle strutture del servizio sanitario per ogni necessità. Presso il campo sono stati messi a disposizione degli ospiti servizi igienico-sanitari ed è stata organizzata la raccolta differenziata dei rifiuti. Un supermercato nelle vicinanze permette l’approvvigionamento dei generi alimentari. Alcuni volontari hanno organizzato varie attività di animazione per i tanti bambini e bambine mentre mediatori culturali ed altro personale del Comune è sempre a disposizione per qualsiasi bisogno.
 
LA CARITAS E MODAVI. Continua anche l’impegno della Caritas. A Finale Emilia verrà attivato un centro Caritas dove poter coordinare gli aiuti per consentire una raccolta delle esigenze e delle opportunità/risorse che si possono mettere in campo da subito e successivamente. Sarà anche sede dei coordinamenti interdiocesani e degli incontri con Caritas Italiana e il Delegato regionale delle Caritas dell’Emilia-Romagna. Al momento c’è ancora tanta paura, anche per il ripetersi delle scosse, e la Protezione civile sta gestendo i campi allestiti dove vengono accolti gli sfollati. La Caritas si è subito resa disponibile a collaborare con la Protezione civile regionale e le Istituzioni locali per specifici bisogni. Intanto si stanno affiancando le Caritas locali già attive anche prima del terremoto per la distribuzione di generi di prima necessità alle famiglie più in difficoltà. Si intensifica l’attività di ascolto e accompagnamento delle fasce più deboli e si prevede, come nelle altre emergenze, una presenza a medio-lungo termine, avendo sempre come priorità la cura delle relazioni, l’attenzione alle persone e famiglie, soprattutto a coloro che hanno perso il lavoro a causa dei danni alle strutture produttive, e l’attenzione alla ricostruzione socio-economica, all’animazione e ai luoghi di aggregazione delle comunità.  “Non sottovalutiamo questo terremoto – è invece l’appello di Irma Casula, Presidente Nazionale del Movimento delle Associazioni del Volontariato Italiano (Modavi) – c’è bisogno immediato di beni e volontari. Non sono i numeri che fanno la gravità dell’evento, ma l’evento calamitoso in sé. Stiamo mobilitando la nostra rete associativa per raccogliere beni di prima necessità. Chiediamo agli Italiani di fare uno sforzo nonostante la crisi, perché c’è chi sta peggio di noi”

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