MILANO. Rivoluzione Pisapia: il punto d’ accesso ai servizi sociali diventa unico, qualunque sia la provenienza, stranieri o cittadini italiani. Il numero civico è lo stesso, il percorso poi cambia in base ai bisogni e, ovviamente, alla provenienza. In attesa che – entro il 2015 – a Milano apra l’ «immigration center». Fino a quella data, «gli stranieri non saranno più utenti di serie B ricevuti in ufficetti marginali. Di fatto, si tratta solo di organizzare meglio un lavoro che gli assistenti già stanno facendo. Senza togliere spazio agli interventi rivolti agli italiani», racconta l’ assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. Il punto e le previsioni sulla questione immigrazione si son fatti nel corso della «prima conferenza in cui le comunità straniere sono state chiamate a discutere insieme il Welfare», sottolinea l’ assessore. Presenti anche i colleghi Marco Granelli (Sicurezza) e Stefano Boeri (Cultura).
MODIFICARE LO STATUTO. Molte voci, dal terzo settore ai migranti. Alcuni progetti a breve scadenza. La «campagna salute» insieme alle associazioni come il Naga e lo screening sanitario anche nei campi rom abusivi. La rete delle scuole di italiano per stranieri. E un primo passo verso la partecipazione politica: «Chiederò ai consiglieri comunali – annuncia Majorino – di cambiare entro quest’ anno lo statuto per dare diritto di voto agli immigrati regolari al referendum comunale, come scritto peraltro nel programma di Pisapia».

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