ROMA. «Apprezziamo l’introduzione della esenzione da imposizione fiscale delle borse di studio entro l’importo di 11500 euro, perché si tratta di un importante incentivo ai datori di lavoro privati e pubblici e un altrettanto importante sostegno a chi, quasi sempre giovane, ne è il destinatario. Tuttavia riteniamo iniquo ed irragionevole gravare di una ulteriore imposizione le borse di studio per i dottorati, i post-dottorati e i corsi di specializzazione, somme che garantiscono il minimo sostentamento per migliaia di giovanissimi ricercatori e specializzandi, quasi sempre fuori sede, che sempre più a fatica, in questo periodo di crisi, tentano di costruirsi una esistenza indipendente e dignitosa». Così il Consiglio Direttivo del Forum Nazionale dei Giovani commenta uno degli emendamenti al testo della legge di conversione del cosiddetto “decreto fiscale” n.16 del 2 marzo 2012, approvato dal Senato e pertanto incluso nel testo ora passato alla Camera per l’approvazione definitiva.
LA DISPOSIZIONE. Secondo tale disposizione (inserita all’art. 3 comma 16 ter, che introduce quella che è stata chiamata la “franchigia per le borse di studio”) tutti i contributi, erogati a soggetti non legati all’erogante da rapporto di lavoro subordinato, a titolo di borsa di studio o di specializzazione o addestramento professionale, non saranno più assimilati, ai fini della tassazione sui redditi delle persone fisiche, al reddito da lavoro subordinato, entro l’importo annuale lordo complessivo di 11.500 euro.
L’APPELLO. Questa disposizione, apprezzabile nella parte in cui intende escludere dalla tassazione come reddito da lavoro dipendente le borse di studio erogate da soggetti diversi dalle università e dalle regioni, attualmente sottoposte integralmente a tassazione, ha tuttavia l’effetto negativo di imporre il prelievo fiscale sulle borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca, di perfezionamento e di specializzazione erogate dalle università, nonché gli assegni di studio erogati dalle regioni, tutti importi attualmente esentati a norma della legge 476 del 13 agosto 1984. «Chiediamo al Governo e a tutti i gruppi parlamentari  – conclude la nota del Forum – di correggere adeguatamente tale disposizione in occasione del passaggio alla Camera dei Deputati, affinché un emendamento che può garantire effetti molto positivi non finisca per produrre contemporaneamente effetti ancora più iniqui».

di Mirko Dioneo

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