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NAPOLI – Non solo Coppa America, ma anche vela per disabili. Limiti da superare, barriere da valicare e la stessa voglia di vincere dei normodotati. «Questo è uno sport per tutti – spiega Ileana Esposito Lepre, presidente dell’associazione Peepul dalla parte dei disabili – utilizziamo la Coppa America come vetrina per far conoscere la nostra attività e cercare mecenati illuminati capaci di investire nei giovani con disabilità». È una sfida a colpi di nodi a caccia di un Pistorius della vela. Con questo obiettivo, l’associazione Peepul organizza corsi di vela per disabili e lancia la sfida ai «superuomini» dello sport.
APPUNTAMENTO A VIA CARACCIOLO – All’interno della Casina Pompeiana in via Riviera di Chiaia, in occasione dell’intertoto velico che ha portato Napoli alla ribalta internazionale, c’è uno spazio dedicato all’associazione e alle attività sul territorio. Nata nel 2002, Peepul promuove e facilita il conseguimento dell’autonomia, indipendenza e massima integrazione della vita scolastica, sociale sportiva e lavorative delle persone con esigenze speciali. Dal 2004 organizza corsi di vela gratuiti per i ragazzi disabili: protocolli di intesa e difficile raccolta fondi per portare avanti l’attività ludica e di formazione per i ragazzi. Due centri di attività, uno a Nisida in collaborazione con l’Aeronautica militare  e l’altro al Molosiglio, dove centinaia di ragazzi fanno lezione con gli istruttori per poi uscire in barca. Il mare come terapia e come integrazione, per superare tutte le barriere. Al momento sono due i corsi attivi: “Avanti tutta”, iniziativa nelle scuole napoletane e “Abili nel vento”, in collaborazione con il ministero delle Pari Opportunità.
REGATA PER DISABILI – L’appuntamento con vela va oltre la Coppa America. È tutto pronto per la regata open  “Tutti sulla stessa barca”, in programma dal 4 al 6 maggio, a Bagnoli, organizzata da Peepul. «Con questa iniziativa – conclude Ileana Esposito Lepre – vogliamo realizzare quel senso di sinergia tra normodotati e disabili. Vogliamo far sapere che anche chi ha una disabilità può gareggiare».

di Stefania Melucci

 

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