MILANO.  Dopo l’ incendio che ieri mattina alle 6.30  ha completamente distrutto il campo nomadi tra via Bonfadini e via Sacile a Milano, sono circa cento le persone rimaste senza dimora.  Nonostante il tempestivo intervento dei vigili del fuoco e della polizia la zona è stata rasa al suolo dalle fiamme; fortunatamente non si sono registrati feriti. Sulle cause dell’incendio gli investigatori stanno ancora indagando. L’unica cosa certa è che l’area nella quale sorgeva il campo di Via Bonfardini, occupato abusivamente, si trovava in uno spazio destinato ad alcuni lavori pubblici. Già da tempo, infatti, circolava la notizia di un imminente sgombero per procedere al prolungamento della strada Paullese e di un condotto fognario.
IL COMUNE – Dopo aver avuto notizia dell’accaduto l’amministrazione comunale si è mobilitata per garantire ai rom l’assistenza necessaria «Il Comune ha offerto loro accoglienza – spiega Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali -, ma hanno rifiutato». Le ragioni per cui i nomadi non hanno accettato di essere aiutati sembra siano state dettate dal fatto che la sistemazione in strutture comunali, come il dormitorio di viale Ortles, avrebbe comportato la separazione degli uomini dalle donne e bambini. Una condizione quest’ultima che è sembrata inaccettabile per gli sfollati. «Abbiamo fatto un vertice in prefettura per concordare con il prefetto e il questore un piano per un maggiore controllo interno ed esterno dei campi rom»: l’annuncio è dell’assessore alla sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli. Visitando il campo rom abusivo di via Bonfadini ha anche affermato che sono stati «sbloccati una parte dei fondi rimasti congelati dopo la sentenza del Consiglio di Stato», che aveva bocciato il Piano d’emergenza nomadi varato dall’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni.
LA XENOFOBIA – Al di là dell’episodio doloso, le cui cause restano da accertarsi, è questo l’ennesimo episodio che vede vittime dei rom. E  proprio su questo problema si è espressa la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), organo indipendente di monitoraggio istituito dal Consiglio d’Europa per la tutela dei diritti umani: il Rapporto sull’Italia 2012 afferma: «Si respira un clima generale fortemente negativo rispetto ai Rom: i pregiudizi esistenti nei loro confronti si riflettono talvolta negli atteggiamenti e nelle decisioni adottate dai politici, o sono da queste rafforzati». Sembra incessante, quindi, la preoccupazione tra i nomadi e tra le associazioni nate in difesa dei loro diritti per le frequenti aggressioni e gli attacchi razzisti che, sebbene siano in crescita dal 2008 ad oggi, sono spesso trascurati dai media.

di Francesco Adriano De Stefano

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