NAPOLI. Disappunto, sgomento e rabbia: il Rione Sanità non ha accettato la rimozione del piccolo monumento funebre dedicato a Luigi Sica, il piccolo Maradona del quartiere ucciso da due coetanei il 16 gennaio 2007. A cinque anni di distanza dalla morte, ignoti hanno denunciato l’occupazione abusiva del suolo e quella piccola cappella è stata rimossa. «Oggi siamo qui per dare rispetto alla morte di questo ragazzo – spiega Giuliana Di Sarno, presidente della Terza Municipalità di Napoli – In nome della legalità, siamo qui per togliere questa struttura che è abusiva, la portiamo nella sede della Municipalità, la adottiamo come simbolo contro la violenza gratuita. Aspettiamo di riportarla dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie. È un modo per riconoscere sia la legalità, sia per onorare la memoria di Luigi». Di Sarno ha, inoltre, avviato la richiesta all’assessore alla Sicurezza del Comune Giuseppe Narducci per il riconoscimento di Luigi come vittima della criminalità comune.
GENITORI IN LACRIME – Composto il dolore di Ciro, il padre di Luigi. La moglie Anna è rimasta a casa. Ciro resta stretto tra i due figli, Annarita e Giovanni. A ogni colpo di martello gli occhi si riempiono sempre più di lacrime. «Ringraziamo la persona che ci ha fatto questa cattiveria», dice il padre del ragazzo.
L’ALBERO DELLA LEGALITA’ – Al sedicenne potrebbe essere dedicato l’albero della legalità, su proposta avanzata dal vice presidente della municipalità Mario Capuano. I familiari di Luigi, papà Ciro e i fratelli Annarita e Giovanni, hanno assistito, tra le lacrime, alla rimozione del piccolo tempietto, con la speranza che non sia rimosso il ricordo del figlio. Anna, la mamma del giovane, ha preferito restare a casa. «Spero che arrivi presto l’autorizzazione – conclude Annarita Sica – perché rappresenta un simbolo positivo».
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PER SAPERNE DI PIU’:
Un goal per Luigi

di Stefania Melucci


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