GENOVA.  Non c’è pace per il sistema penitenziario italiano che, a poche ore dall’inizio del nuovo anno, vede riprendere a pieno ritmo la conta delle morti in carcere. Sono già quattro i suicidi accertati da inizio 2012. L’ultimo è avvenuto Genova la notte del  primo gennaio, quando un uomo italiano di 54 anni ricoverato in ospedale e in attesa di giudizio si è tolto la vita impiccandosi in una stanza dell’ospedale Villa Scassi di Genova. Quest’ultimo caso si somma aquelli resi noti nei giorni scorsi a Trani, Torino e Barcellona Pozzo di Gotto. Altri tentati suicidi sono stati sventati in queste ultime ore dagli agentidella polizia penitenziaria a Messina e Vigevano.
L’APPELLO. Tra il 2010 e il 2011 sono statioltre duemila i tentati suicidi sventati e diecimila gli atti di autolesionismoche hanno richiesto l’intervento della polizia penitenziaria per evitaretragiche conseguenze. E questo nonostante il personale sia al minimo, con oltre7mila e 500 unità posti vacanti, «a costo di enormi sacrifici personali, mettendo a rischio la propria incolumità fisica, senza perdere il senso del dovere e dello stato» spiega Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziari, che lancia un appello al Presidente Napolitano: «Solamente la sua autorevolezza e la sua costante attenzione aiproblemi del carcere, e quindi anche a quelli dei poliziotti penitenziari, possonocontrastare l’indifferenza della politica alle problematiche del sistema».
per saperne di più:
www.sappe.it
di Mirko Dioneo

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