ROMA. Cancellare l’articolo 10 della legge delega e avviare una riforma del welfare, con principi di equità e giustizia sociale. È l’appello del Forum del Terzo Settore, presieduto da Andrea Olivero che ha presentato a Roma uno studio sul sui possibili impatti della riforma del welfare sulla vita dei cittadini, realizzato da Cristiano Gori, docente di Politica Sociale all’Università Cattolica di Milano. «La riforma assistenziale andrebbe a colpire le famiglie e le persone – spiega il presidente del Terzo Settore, Andrea Olivero – influendo negativamente sulla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, senza tuttavia portare concreti risparmi economici. L’applicazione della legge farebbe molto male ai cittadini, generando danni sociali gravissimi per il nostro Paese, portando risparmi economici molto bassi».

RISPARMI RIDOTTI, MASSIMA RICADUTA SOCIALE – «Lo studio – continua Cristiano Gori, che ha effettuato la ricerca – rivela che nel 2013, anno nel quale dalla delega si dovrebbero ricavare 20 miliardi di euro, i risparmi effettivamente ottenuti risulterebbero estremamente ridotti. Solo 1.320 milioni di euro verrebbero infatti dalle indennità, 20 milioni dall’isee e 100 milioni da sovrapposizioni con disabilità. Anche sfruttando tutti gli spazi possibili per tagliare, con pesanti ricadute sociali, i risparmi non supererebbero i 1.440 milioni di euro nel 2013, pari al 7% del totale di risparmi previsto dalla delega». Un ammontare di risorse esiguo rispetto al dispositivo della delega e ancora di più se messo a confronto con le altre voci del bilancio pubblico.

TAGLI – L’applicazione della legge, secondo il rapporto realizzato dal Forum Terzo Settore, produrrebbe un effetto fortemente negativo: la riduzione degli interventi per la non autosufficienza di anziani e disabili. L’indennità, normalmente riconosciuta sulla base dei bisogni di assistenza delle persone verrebbe invece concessa sulla base del reddito, non più considerata quindi un diritto di cittadinanza. «Il pericolo è che per inseguire un piccolo risparmio si produca un danno di portata storica al welfare italiano, destinato a produrre effetti negli anni – aggiunge Gori – La riforma dell’indennità di accompagnamento dovrebbe riguardare non i criteri di accesso ma le modalità di utilizzo delle risorse dedicate».

APPELLO TERZO SETTORE – «Il Forum – conclude Olivero – chiede quindi che venga immediatamente stralciato l’articolo 10 della legge delega e si proceda a una riforma del welfare. Si chiuda al più presto la Seconda Repubblica del Sociale. Sono quindici anni infatti che in Italia manca una riforma del welfare che tenga conto delle nuove condizioni sociali del nostro Paese, che assicuri gli obiettivi di equità e  giustizia sociale, senza scaricare  tutto sui cittadini più deboli. Una riforma basata su dati empirici che non rinunci a una strategia nazionale contro la povertà, ma che anzi contribuisca al risanamento del nostro Paese nella tutela dei diritti di tutti i cittadini. Una riforma, infine, che nasca da un percorso partecipato con e per i cittadini».

 
 

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